Lo storico di Alicarnasso racconta che Saffo ebbe un fratello maggiore, Carasso, commerciante in vini. Durante uno dei suoi viaggi in Egitto il giovane si innamorò di una cortigiana, Rodopi, per la quale si ridusse in miseria, tanto da ispirare una poesia di sdegno della poetessa (potrebbe trattarsi del carme conservato dal Pap. Sapph. Obbink pubblicato nel 2014). Strabone (XVII, 1.33) aggiunge che Saffo chiama Dorica l’amante di Carasso, da altre fonti denominata Rodopi (e in effetti nel fr. 15 Voigt di Saffo troviamo esplicito riferimento a Dorica). Ateneo (XIII, 586b-d) attribuisce ad Erodoto l’erronea identificazione di Dorica con Rodopi.
Del risentimento di Saffo nei confronti del Carasso parla anche Ovidio (Heroides XV).

Ῥοδῶπις δὲ ἐς Αἴγυπτον ἀπίκετο Ξάνθεω τοῦ Σαμίου κομίσαντός μιν, ἀπικομένη δὲ κατ’ ἐργασίην ἐλύθη χρημάτων μεγάλων ὑπὸ ἀνδρὸς Μυτιληναίου Χαράξου τοῦ Σκαμανδρωνύμου παιδός, άδελφεοῦ δὲ Σαπφοῦς τῆς μουσοποιοῦ… Χάραξος δὲ ὡς λυσάμενος Ῥοδῶπιν ἀπενόστησε ἐς Μυτιλήνην, ἐν μέλεϊ Σαπφὼ πολλὰ κατεκερτόμησέ μιν.

Traduzione

Rodopi venne in Egitto portata da Xanto di Samo, e quando vi giunse per esercitarvi il mestiere fu liberata ad alto prezzo da un uomo di Mitilene, Carasso figlio di Scamandronimo, fratello di Saffo la poetessa delle Muse… Dopo che ebbe liberato Rodopi, Carasso fece ritorno a Mitilene, e in un carme Saffo lo rimproverò molto.


Traduzione di Camillo Neri