È stato ipotizzato che Nosside, aristocratica di Locri Epizefiri, dirigesse un gruppo femminile con caratteristiche comuni al tiaso di Saffo. Questo epigramma funerario, che si conclude con la σφραγίς (“sigillo”) d’autore, è la dichiarazione ufficiale dell’affinità ideale che l’occidentale poetessa della Locride sente per l’orientale poetessa di Lesbo. A un immaginario viaggiatore, diretto a Mitilene, Nosside raccomanda di portare il ricordo del suo nome e delle sue calabre origini, consegnandogli idealmente l’incarico di legare due mondi e due esperienze poetiche sotto il segno della stessa ispirazione.
Ὦ Ξεῖν’, εἰ τύ γε πλεῖς ποτὶ καλλίχορον Μιτυλάναν
τᾶν Σαπφοῦς χαρίτων ἄνθος ἐωαυσόμενος,
εἰπειν, ὡς Μούσαισι φίλαν τήνα τε Λοκρὶς γᾶ
τίκτε μ’ ἴσαν χὤς μοι τοὔνομα Νοσσίς, ἴθι.
Traduzione
Straniero, se navigando ti recherai a Mitilene dai bei cori,
per cogliervi il fior fiore delle grazie di Saffo,
dì che fui cara alle Muse, e la terra Locrese mi generò.
Il mio nome, ricordalo, è Nosside. Ora va’!
Traduzione di Salvatore La Rosa