Quest’ode ci è giunta attraverso una citazione di Dionigi di Alicarnasso (De compositione verborum, 173–79), il quale aveva sostenuto fosse un esempio perfetto di «composizione levigata e fiorita». È un inno cletico (κλητικός), ovvero una preghiera, e come tale segue i moduli tipici dell’invocazione: si parte dall’appello alla divinità; si prosegue, quindi, con il ricordo dei rapporti pregressi con la divinità; si procede, infine, alla richiesta vera e propria. L’ode è destinata alla lettura nel tiaso, probabilmente con lo scopo paideutico di esortare le giovani discepole a seguire i dettami della dea.

Metro: Strofe Saffica

ποικιλόθρον’ ἀθανάτ’Ἀφρόδιτα,
παῖ Δίος δολόπλοκε, λίσσομαί σε,
μή μ’ἄσαισι μηδ’ὀνίασι δάμνα,
πότνια, θῦμον,

ἀλλὰ τυίδ’ ἔλθ’, αἴ ποτα κἀτέρωτα
τὰς ἔμας αὔδας ἀΐοισα πήλοι
ἔκλυες, πάτρος δὲ δόμον λίποισα
χρύσιον ἦλθες

ἄρμ’ὑπασδεύξαισα· κάλοι δὲ σ’ἆγον
ὤκεες στροῦθοι περὶ γᾶς μελαίνας
πύκνα διννεντες πτερ’ἀπ’ὠράνω αἴθε-
ρος διὰ μέσσω·

αἶψα δ’ἐξίοντο· σὺ δ’, ὦ μάκαιρα,
μειδιαίσαισ’ἀθανάτῳ προσώπῳ
ἤρε’ὄττι δηὖτε πέπονθα κὤττι
δηὖτε κάλημμι

κὤττι μοι μαλιστα θέλω γένεσθαι
μαινόλᾳ θύμῳ· “τίνα δηὖτε † πείθω
..σάγην † ἐς σάν φιλότατα; τίς σ’, ὦ
Ψάπφ’, ἀδικήει;

καὶ γὰρ αἰ φεύγει, ταχέως διώξει,
αἰ δὲ δῶρα μὴ δέκετ’. ἀλλὰ δώσει,
αἰ δὲ μὴ φίλει, ταχέως φιλήσει
κωὐκ ἐθελοισα”.

ἔλθε μοι καὶ νῦν, χαλέπαν δὲ λῦσον
ἐκ μερίμναν, ὄσσα δὲ μοι τέλεσσαι
θῦμος ἰμέρρει, τέλεσον, σὺ δ’αὔτα
σύμμαχος ἔσσο.

ποικιλόθρον’ θανάτ’Ἀφρόδιτα,
παῖ Δίος δολόπλοκε, λίσσομαί σε,
μή μ’ἄσαισι μηδ’ὀνίασι δάμνα,
πότνια, θῦμον,

ἀλλὰ τυίδ’ἔλθ’, αἴ ποτα κἀτέρωτα
τὰςμας αὔδας ἀΐοισα πήλοι
κλυες, πάτρος δὲ δόμον λίποισα
χρύσιον ἦλθες

ἄρμ’ὑπασδεύξαισα· κάλοι δὲ σ’ἆγον
κεες στροῦθοι περὶ γᾶς μελαίνας
πύκνα διννεντες πτερ’ἀπ’ὠράνω αἴθε-
ρος διὰ μέσσω·

αἶψα δ’ἐξίοντο· σὺ δ’, ὦ μάκαιρα,
μειδιαίσαισ’ἀθανάτῳ προσώπῳ
ρε’ὄττι δηὖτε πέπονθα κὤττι
δηὖτε κάλημμι

κὤττι μοι μαλιστα θέλω γένεσθαι
μαινόλᾳ θύμῳ· “τίνα δηὖτε † πείθω
..σάγην † ἐς σάν φιλότατα; τίς σ’, ὦ
Ψάπφ’, ἀδικήει;

καὶ γὰρ αἰ φεύγει, ταχέως διώξει,
αἰ δὲ δῶρα μὴ δέκετ. ἀλλὰ δώσει,
αἰ δὲ μὴ φίλει, ταχέως φιλήσει
κωὐκ ἐθελοισα”.

ἔλθε μοι καὶ νῦν, χαλέπαν δὲ λῦσον
ἐκ μερίμναν, ὄσσα δὲ μοι τέλεσσαι
θῦμος ἰμέρρει, τέλεσον, σὺ δ’αὔτα
σύμμαχος ἔσσο.

Traduzione

Immortale Afrodite dal trono variopinto,
figlia di Zeus, tessitrice di inganni, io ti supplico:
non prostrare con ansie e tormenti,
o dea augusta, l’animo mio,

ma qui vieni, se mai altra volta,
udendo la mia voce di lontano,
le porgesti ascolto, e lasciata la casa
del padre venisti

aggiogando un carro d’oro; e passeri leggiadri ti guidavano
veloci al di sopra della nera terra
con fitto battito d’ali giù dal cielo
per gli spazi dell’etere.

E subito giunsero, e tu, o beata,
sorridendo nel tuo volto immortale,
mi domandasti che cosa di nuovo soffrivo e perché
di nuovo ti invocavo

e che cosa col mio animo folle volevo che più di ogni altra cosa
si realizzasse per me: «Chi di nuovo debbo indurmi
a ricondurre al tuo amore? Chi,
o Saffo, ti fa torto?

perché se fugge presto inseguirà,
se doni non accetta anzi donerà,
se non ama presto amerà
pur contro il suo volere».

Vieni a me anche ora e liberami
dai tormentosi affanni, e tutto ciò che il mio animo brama
che per me si avveri, avveralo tu, e tu stessa
sii la mia alleata.


Traduzione di Franco Ferrari

Te, immortale Afrodite, dal bel trono,
figlia di Zeus, che ordisci inganni, prego:
con ansie e con angosce non fiaccarmi,
signora, il cuore,

ma qui vieni, se un tempo la mia voce
udita di lontano mi esaudisti;
lasciando la paterna casa d’oro,
venisti sul tuo

carro aggiogato: bei passeri svelti
ti portavano sulla nera terra
fitte battendo le ali giù dal cielo
in mezzo all’aria;

arrivarono in fretta, e tu, beata,
sorridendo nel tuo volto immortale,
chiedesti che di nuovo io mai patissi,
perché di nuovo

chiamassi, che mai dentro il cuore folle
soprattutto bramassi: “Chi di nuovo
…persuaderò al tuo amore, chi, o
Saffo, ti offende?

Se infatti fugge, lei inseguirà presto,
se doni non accetta, ne darà anzi,
e se non ama, lei amerà presto,
pur contro voglia”.

Anche ora vieni a me, sciogli i tormenti
penosi e compi quanto il cuore brama
che si compia per me, e sii tu proprio
la mia alleata.


Traduzione di Camillo Neri

O mia Afrodite dal simulacro
colmo di fiori, tu che non hai morte,
figlia di Zeus, tu che intrecci inganni,
o dominatrice, ti supplico,
non forzare l’anima mia
con affanni né con dolore;

ma qui vieni. Altra volta la mia voce
udendo di lontano la preghiera
ascoltasti, e lasciata la casa del padre
sul carro d’oro venisti.

Leggiadri veloci uccelli
sulla nera terra ti portarono,
dense agitando le ali
per l’aria celeste.

E subito giunsero. E tu, o beata,
sorridendo nell’immortale volto
chiedesti del mio nuovo patire,
e che cosa un’altra volta invocavo,

e che più desideravo
nell’inquieta anima mia.
“Chi vuoi che Péito spinga al tuo amore,
o Saffo? Chi ti offende?

Chi ora ti fugge, presto t’inseguirà,
chi non accetta doni, ne offrirà,
chi non ti ama, pure contro voglia,
presto ti amerà.”

Vieni a me anche ora;
liberami dai tormenti,
avvenga ciò che l’anima mia vuole:
aiutami, Afrodite.


Traduzione di Salvatore Quasimodo

Dal variegato trono immortale Afrodite,
figlia di Zeus orditrice di reti, ti supplico,
con ansie e tormenti non domarmi,
o Augusta, nell’animo:

ma qui vieni, se mai anche altre volte,
udendo da lontano la mia voce,
le prestasti ascolto, lasciata l’aurea dimora
del padre venisti,

dopo aver aggiogato il cocchio. Βelli ti conducevano
veloci passeri intorno alla nera terra,
battendo fitte le ali, dal cielo
attraverso l’etere.

Subito giunsero; e tu, o beata,
sorridendo nel tuo volto immortale,
chiedesti perché ancora una volta soffrissi e perché ancora
una volta ti invocassi

e che cosa soprattutto volessi che accadesse
per me con animo folle. “Chi ancora una volta
devo persuadere a ricondurre per te al tuo amore? Chi,
o Saffo, ti fa torto?

Giacché se fugge, presto inseguirà,
se non accetta doni, sarà lei a darli,
se non ama, presto amerà
anche controvoglia”.

Vieni a me anche ora, liberami dagli aspri
affanni, e quello che l’animo brama per me
si compia, compilo, e tu stessa
sii mia alleata.


Traduzione di Gennaro Tedeschi